Tragùdia, Il canto di Edipo incanta Gallicianò: un tributo alla lingua, al mito e a Salvino Nucera

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Nel cuore della Calabria Greca, tra le montagne antiche di Gallicianò e con lo sguardo rivolto alla maestosa valle dell’Ammendolea, si è svolta una delle tappe più intense e significative dello spettacolo Tragùdia, Il canto di Edipo, opera visionaria del regista Alessandro Serra. Non é stata una semplice rappresentazione teatrale, ma uno spettacolo collettivo, un atto di amore verso il Greco Calabro, la memoria del mito e la figura indimenticabile di Salvino Nucera.

Gallicianò, il borgo al momento più greco della Calabria, ha accolto Serra ed i suoi attori con una generosità rara. Gli attori sono giunti di propria volontà, ospitati per alcuni giorni dagli abitanti ed é stato possibile anche grazie all’ aiuto del To Ddomadi Greko, la settimana Greca che si svolge ogni anno. Il palcoscenico naturale affacciato sulla valle ha amplificato l’eco delle parole del nostro Greko, trasformando la tragedia in un’esperienza mistica e irripetibile.

La scelta di recitare in Greco Calabro, e non in italiano o Greco moderno, è stata centrale per Alessandro Serra. Come ha dichiarato, “l’italiano sembra abbassare il tragico a un fatto drammatico”, mentre il Greco Calabro lo innalza a una dimensione sacra, collettiva, arcaica. È una lingua che non necessita di essere compresa razionalmente per trasmettere il suo significato, il suono stesso vibra nel corpo e nell’anima, diventando canto, emozione, rito.

Il testo di quest’opera è stato tradotto dal maestro Salvino Nucera, attivista, poeta e figura cardine della Calabra Greca, che ha collaborato con Serra alla trasposizione linguistica. Entrambi hanno cercato a lungo di portare lo spettacolo in Calabria, ma nonostante gli sforzi, nessun teatro ha accolto l’opera. È un fatto che lascia un senso di amarezza e vergogna, considerando la rilevanza internazionale del progetto. Salvino non ha potuto assistere alla rappresentazione a Gallicianó, ma l’eco del suo Greko ha attraversato tutta la vallata, la sua terra, un’ultima volta. Era ovunque, nei suoni, nei versi e nell’emozione condivisa, sopratutto dai partecipanti del To Ddomadi Greko. Lo spettacolo è stato, di fatto, un addio solenne e affettuoso a lui.

Tragùdia ha debuttato a Budapest e ha già toccato numerosi palcoscenici internazionali e nazionali, tra cui Sarajevo, dove ha ricevuto tre Golden Laurel Wreath Awards, Bologna, Vicenza, Milano, Napoli, Cagliari. Ma la tappa di Gallicianò è stata unica, non prevista, non finanziata, ma voluta con il cuore, come gesto di restituzione e riconoscenza.

Questa esperienza unica non è stata solo teatro, è stata un atto di resistenza culturale, un omaggio alla lingua che sopravvive, un tributo a chi ha lottato per darle voce. Salvino Nucera non ha visto lo spettacolo, ma lo ha reso possibile, e in quella sera a Gallicianò, il suo canto ha risuonato più forte che mai.